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IL LAGO DI CAREZZA - TRA INCANTO E MAGIA

  • Immagine del redattore: Annachiara Bottazzo
    Annachiara Bottazzo
  • 9 nov 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

DID YOU KNOW?




Situato nella Val d'Ega, il Lago di Carezza, anche detto Lago Arcobaleno, è un vero e proprio incanto per gli occhi. La sua distesa di acqua cristallina in cui risplendono i monti Catinaccio e Latemar, è alimentata da sorgenti sotteranee ed è caratterizzata da un intenso color verde smeraldo che contribuisce ad alimentare l'alone di mistero che si cela intorno ad esse.

Incastonato in un fitto bosco dall'aria fiabesca, il Lèc del ergobando, è il soggetto principale di molte leggende popolari che nel corso degli anni, hanno lasciato il paesino per diffondersi in giro per il mondo. La maggior parte dei turisti che si spinge fino al lago, è infatti incuriosità dalla leggenda ad esso legata: la storia della ninfa Ondina.


LA LEGGENDA DI ONDINA

La leggenda narra di una splendida creatura dai capelli biondi e sontuosi la cui bellezza non era di certo un segreto tra i viandanti che attraversavano il passo Costalunga. La bella Ondina passava le sue giornate sulla riva del lago, dilettandosi con la sua spledida voce in canti sublimi.

Un giorno, un giovane stregone di nome Masaré, discendendo dal monte Latermar, udì la bella cantare e se ne innamorò perdutamente. Lo stregone provò in ogni modo a sedurla, ma la creatura, impaurita, fuggiva ogni qual volta Masaré provasse ad avvicinarsi. Disperato, si recò da una vecchia strega del Regno dei Fanes, Langwerda, che consigliò al povero stregone di incantare Ondina con uno spettacolo strabiliante.

Il consiglio era quello di creare un magnifico arcobaleno che dal Catinaccio al Latermar, finisse giù nelle acque cristalline del lago.

Lo stregone così incoraggiato, si trasformò in un vecchio viandante dalla bianca barba e portando con sè dell'oro, riuscì a raggirare la bella ninfa.

Ondina alla vista dell'arcobaleno rimase sbalordita finchè l'incantesimo non svanì e lo stregone non si manifestò ai suoi occhi.

La povera Ondina corse ai ripari nelle profonde acque del lago e non ne risalì mai più.

Masaré, disperato, scagliò nella distesa alberi, macigni e tutti i colori dell'arcobaleno.

Ancora oggi nei mesi invernali, quando il livello dell'acqua scende, è ancora possibile ammirare un'incantevole statua in bronzo della bella Ondina, posta per omaggiare la sua leggenda.








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